Mi sono innamorata subito di Treviso ed oggi, a più di tre anni dal mio trasferimento, ancora ne resto incantata. Passeggio quando posso con il naso all’insù e ne godo ogni scorcio che cambia e sembra sempre diverso in base alla luce, all’ora, alla stagione. Cambia e nello stesso tempo rimane uguale a se stessa.
Mi piace anche girarla come fossi una turista, sempre in vacanza, con la curiosità e la leggerezza di chi non ha meta o scopo se non quello di conoscere e scoprire un luogo.
Sperimento e mi lascio guidare dall’ispirazione senza preconcetti e senza programmi.
Quando accompagno qualcuno che mi viene a trovare da Roma, la capitale, mi piace vedere nei suoi occhi la sorpresa e lo stupore di chi pensa di aver visto tutto e si scopre ad ammirare qualcosa che non conosceva e non pensava di trovare in una piccola provincia.
Treviso è quella che si definisce una bomboniera, godibilissima grazie anche al fatto di essere sostanzialmente in piano, il che rende piacevoli le camminate da una porta all’altra senza fatica. E’ così che scopro i suoi innumerevoli bar e pranzo o ceno nei suoi ristoranti, cammin facendo.
Ristopub Soffioni
“Soffioni” è stato per me una sorpresa: affacciato su Piazza dei Signori ma un po’ nascosto tra i portici, ho preso uno spritz e un ottimo club sandwich con un gruppo di amiche stando seduta a uno dei tavolini sotto la loggia. Il locale ha l’ingresso nell’angolo estremo della Piazza, all’ingresso dell’omonimo portico che la collega con Piazza Monte di Pietà. L’interno è molto curato e coniuga con gusto la modernità al contesto storico in cui si trova.
Il servizio è cortese e i prezzi sono corretti. Mi piace però aggiungere una annotazione personale che mi ha positivamente colpita: in occasione di Halloween 2018 eravamo arrivati da poco e avevo portato la piccola a fare “dolcetto o scherzetto” in centro, colpita dalla partecipazione e dal coinvolgimento di molti esercizi commerciali che dovevano far fronte a frotte scalmanate di bimbi festosi. I ragazzi di “Soffioni”, avevano tenuto le luci soffuse, quasi fosse chiuso il locale, ma facevano provenire dall’interno musica sinistra. Presi coraggio e decisi di entrare. Ci hanno sorprese sbucando fuori all’improvviso mascherati e ululanti, tanto da farci scappare via in un primo momento, per poi tornare ridendo a raccogliere le leccornie dovute allo scherzetto subito.
di Francesca Neroni – #trevisodagustare