Diane Arbus, fotografa statunitense, scrisse: Credo che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate; questo vale sicuramente per le foto di Mauro Milan, Food photographer interprete di famosi brand del Made in Italy, che riesce a cogliere e a trasmetterci la bellezza e la perfezione anche dei componenti più semplici e comuni dei nostri piatti. La fotografia è un’arte, e gli scatti di Mauro Milan fanno ripensare alle nature morte (meno funesta e più indicata è l’espressione inglese still-life) fiamminghe, particolareggiate, perfette, che si stagliano su sfondi scuri e che fanno risaltare l’austera bellezza di fiori, frutta ed oggetti della quotidianità. Non è facile trasmettere emozioni attraverso soggetti inanimati, o catturare l’attenzione su prodotti comuni che sono sotto i nostri occhi tutti i giorni: ma la maestria che traspare dalle foto di Mauro Milan riesce a trasformare in un capolavoro anche quelli che sembrerebbero semplicemente gli ingredienti della lista della spesa di una massaia, e a renderli stupefacenti ed affascinanti, perché coglie in essi la bellezza, a volte nascosta, che non ci aspettiamo.
Molte sono le domande che si vorrebbero rivolgere ad un artista, per la vastità del mondo interiore e della sensibilità che si percepiscono; iniziamo da questa:
Fare foto al cibo è un modo di sublimarlo? Cos’è il cibo per te?
Più che sublimarlo, diciamo che il mio è un modo di rendere giustizia ad una delle cose più cariche di sensazioni che esista. Il cibo infatti te le offre e ti permette di regalarle. Se lo si osserva con la giusta attenzione ci si accorge quale bene prezioso ci si trovi davanti, sia che esso sia allo stato naturale che mixato con altri ingredienti.
Perché proprio Food photographer? Come e quando hai deciso di diventarlo?
Come tante storie particolari anche il mio percorso si è fermato difronte al caso. Ho dovuto realizzare uno scatto ad un piatto circa cinque anni fa e da lì si è acceso un qualcosa dentro di me che mi ha spinto a specializzami proprio in questa nicchia. Da quel giorno ho scattato solo e esclusivamente food.
Guardando le tue foto ho avuto l’impressione che gli ingredienti volessero quasi parlarmi, comunicarmi qualcosa. E’ così?
Quello che hai percepito è effettivamente la mission di un food photographer. Ogni ingrediente, ogni frutto, ogni verdura, ogni piatto deve comunicare e deve colpire il senso della vista per anticipare la gioia del gusto.
Io cerco nel mio stile e nel mio modo di fare fotografia di veicolare il messaggio che il cibo non è solo gusto ma anche immagine, colore, struttura, composizione… in poche parole il cibo è arte.
Le tue foto sono molto raffinate. Come hai raggiunto il tuo stile?
Provando e riprovando. Poi quando stavo realizzando un progetto sul Raw Food ho visto che per enfatizzare i colori della natura dovevo standardizzare lo sfondo. Ho usato il nero perché comunica raffinatezza ed eleganza. Il lucido era per dare tridimensionalità e perché a me piacciono le sfide: i riflessi nella fotografia sono ostici da domare.
Come pensi le combinazioni ed il set fotografico? Prepari personalmente la composizione dei piatti?
Il set fotografico è condiviso e studiato con il committente dello shooting. Come fotografo sono il veicolo della loro abilità e quindi è doveroso essere in sintonia in modo da garantire quello che lo chef o il gelatiere o il pasticcere vuole che si percepisca dalla sua creazione. Per questo il giorno dello shooting è l’ultimo di una serie di incontri in cui si decidono e si definiscono tantissimi dettagli. Nel caso di un servizio presso un ristorante si devono decidere oltre alle portate, anche le posate, i piatti, le inquadrature, le luci, lo sfondo…
Poi ogni piatto presenta un’analisi dettagliata perché per quanto sia la FOOD PHOTOGRAPHY una branca dello stile life gli ingredienti hanno una determinata tempistica. Pensate al gelato… a contatto con qualsiasi superficie tende a sciogliersi… in questo caso ONE SHOT, ONE KILL!
Fondamentale è l’apporto di mia moglie Francesca nella composizione dei piatti. E’ la mia personal stylist ed è lei che nel meeting pre-shooting si interfaccia con gli chef. Quando invece realizzo un mio progetto è lei che lo imposta sullo sfondo per lo scatto.
C’è qualche cibo che preferisci fotografare o qualche cibo che eviti?
Adoro fotografare il cibo nella sua semplicità, nella sua originalità… LESS IS MORE. Ho scoperto che certi frutti, certe spezie e certe verdure hanno delle cromie che nella normalità non si notano. Vi invito a guardare una noce moscata nel suo interno.
Dire cosa mi piace fotografare meno sarebbe come mancare di rispetto a dei determinati prodotti e a chi ha pensato a me per promuovere la sua attività.
Su Instagram hai più di 100.000 followers. Quanto sono importanti i social per te?
È un bel traguardo. Tanto lavoro e tanta costanza. I social sono il nuovo presente della comunicazione e questa emergenza ha spostato la leva dell’interesse ancora più verso queste realtà.
Sono delle vere e proprie piattaforme di digital marketing e tutti i più grandi brand nel loro staff hanno dei Socia Media Manager che analizzano i dati, visualizzano i contenuti e contattano eventuali professionisti per pianificare delle collaborazioni. Sono il futuro delle comunicazione sempre meno off e sempre più online.
Qual è il tuo rapporto con Treviso?
Treviso è il mio capoluogo, è la cittadina che ci richiama a fare due passi ogni qualvolta abbiamo un po’ di tempo libero. Per un amante del cibo come me poi Treviso offre tantissime opzioni… è una piccola Venezia. Sta prendendo sempre più notorietà e questo mi fa molto piacere perché Treviso e i trevigiani si meritano questa visibilità. Io contribuisco nel mio piccolo ad elevare l’immagine del mondo food della mia amata terra.
Cosa mangia un Food photographer?
Mangio di tutto anche se con il giusto equilibrio altrimenti mi becco un cazziatone dal mio nutrizionista! Ovviamente adoro mangiare. Sono di natura legato alle tradizioni ma adoro tutte le rivisitazioni purché siano equilibrate e mantengano la giusta bilanciatura dei sapori. Stimo gli innovatori perché sanno gettarsi in un mare pieno di pescecani accettando la sfida, pur sapendo che partono svantaggiati. Con un noto gelatiere di Treviso (il buon Stefano Dassie) stiamo promuovendo il concept ICE&FOOD in cui il gelato si veste di una nuova idea di sapore.
Vi lancio una provocazione: avete mai mangiato un uovo in camicia con il gelato al tartufo??? STAY TUNED!
Mauro Milan
Fotografo trevigiano, da 5 anni esclusivamente fotografo di food, scelta nata dalla volontà di elevare la conoscenza del comparto food della propria zona di residenza e successivamente del Made in Italy. Nel suo portfolio ci sono importanti brand del nostro paese come Grana Padano, Pasta Garofalo, Bauli, Bistefani, Motta oltre che collaborazioni con chef stellati. Proprio per questo viene realizzato il suo personal studio fotografico Zero6Undici a Conegliano ed il Brand ITALIAN FOOD PHOTOGRAPHER. Questo binomio viene utilizzato per realizzare processi di comunicazione mirati a tutto il mondo food. La sua mission è mettersi a disposizione di tutte le aziende del settore Food&Beverage per poter promuovere i prodotti ed i servizi offerti.
Sito web personale
Instagram: @italian_food_photographer
Facebook: Mauro Milan Photofoodexperience