I Sanbernardini di Treviso, città dipinta

Una caratteristica di Treviso che sorprende e incanta i turisti sono le pareti affrescate delle case del centro storico. Dal Medioevo ad oggi, i decori e gli stili si sono susseguiti, evoluti, rimodernati, secondo il gusto e le esigenze dell’epoca. Tra le case affrescate, ridotte purtroppo nel numero in questi secoli, si possono cogliere testimonianze che si legano ad un personaggio carismatico che nell’anno 1423 si fermò a Treviso: San Bernardino da Siena (1380-1444).
Era un francescano che si spostava da una città all’altra a piedi con un mulo carico di testi religiosi, portando come araldo una tavoletta di legno dipinta col simbolo da lui creato. Su sfondo azzurro disegnò un sole d’oro, tracciò nel mezzo il trigramma del Nome di Gesù: J H S, le tre iniziali corrispondenti al titolo Jesus Hominum Salvator. Dal sole fece partire dodici raggi grandi fiammeggianti e otto semplici raggi più piccoli. Infine contornò la tavoletta con la celebre espressione di San Paolo in lingua latina: In nomine Jesus omne genuflectatur, caelestium terrestrium et infernorum (nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e negli Inferi.) Ne spiegava nelle sue orazioni il simbolismo, che oggi così riassumiamo: il sole era l’amore di Dio, il nome al centro evocava Gesù, i grandi raggi rappresentavano i dodici apostoli che lo avevano predicato al mondo, gli otto raggi piccoli invece, le beatitudini destinate ad illuminare e riscaldare l umanità.
La particolarità della predicazione di San Bernardino si riconduce al suo linguaggio semplice, quasi domestico, che al contempo diventava teatrale grazie all’interazione con la folla, rendendo la parola del Signore viva. Gli argomenti variavano a seconda della terra in si trovava, ne è esempio la Lombardia dove predicava principalmente la pace, all’interno delle città stesse, divise in fazioni.
Nel Veneto, terra di commercio dove si praticava l’usura, si scagliava contro quei cristiani che per non sporcarsi le mani e la reputazione, facevano trafficare i soldi agli Ebrei, ritirando ingenti somme senza volerne conoscere l’origine. Sul tema è famoso il suo gioco di parole: “fra voi non è carità anco caninità, perché l’uno è cane dell’altro”.
La venuta di San Bernardino a Treviso, anticipata dalla fama di grande predicatore, ebbe un impatto segnante sui trevigiani. Il suo simbolo fu posto in evidenza, in moltissime facciate e decori. Ancora oggi sono visibili una trentina di queste icone in centro storico, segno indelebile di una memoria che vanta 600 anni.
Diventa un’emozione, passeggiando nelle antiche vie, scoprire i Sanbernardini ancora visibili.
In questo nostro periodo di pandemia il Santo senese torna attuale in quanto da giovanissimo, all’inizio del XV secolo, visse in prima linea lo strazio della peste nella sua città. L’ospedale traboccava di appestati, gli stessi medici, gli infermieri, i preti assistenti e gli inservienti perirono a causa della tremenda malattia. In questa drammatica situazione San Bernardino si presentò a curare gli ammalati, accompagnato da dodici amici che non superavano i vent’anni, prodigandosi ai limiti dello sfinimento. Quando finalmente giunsero le piogge d’inverno la peste scemò e Bernardino si ritrovò gravemente ammalato e rifiutato dai parenti.
Fu accolto da una vecchia e santa zia quasi cieca, che viveva nell’umile e silenziosa adorazione del Suo Dio. Passava il tempo curandosi, accudendola e leggendole per farle piacere quei testi sacri che aveva fino ad allora un po’ trascurato. Se da ragazzo la Bibbia e testi di San Paolo lo avevano annoiato, ora invece scopriva che la Bibbia aveva un midollo dolce da assaporare, imparò quanto fosse soave e forte l’invocazione nel Nome di Gesù.
Non lo avrebbe più dimenticato.

Testo di Maura Dalla Toffola
Collaboratrice al progetto Nicoletta Biondo

Fonte: Antonio Maria Sicari, Ritratti di Santi.
Foto: Tarvisium Gioiosa

Contatti e link di riferimento
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Pagina Facebook: Tarvisium Gioiosa
Video “A caccia di SanBernardini”

Maura Dalla Toffola
Trevigiana, nata nel 1956, laureata in Economia e Commercio a Ca’ Foscari, è ora in pensione dopo anni di impiego in banca. Ora impiega il suo tempo dedicandosi alla famiglia e coltivando le sue passioni per la lettura, l’arte e la cultura. Parlando con amici trevigiani si è accorta che non conoscevano i Sanbernardini e il loro significato. Si è appassionata alla figura di San Bernardino da Siena.
Contatti: mauradallatoffola@gmail.com

Nicoletta Biondo
Nata nel 1980 e residente a Silea, professionista dei Beni Culturali, fondatrice del Movimento Tarvisium Gioiosa. Allieva di Memi Botter nel 2001 si innamora degli affreschi, specializzandosi nel restauro dei dipinti murali a Venezia e con la realizzazione di opere ex novo. La passione per il Patrimonio culturale la porta a spingersi, con la sua ditta individuale Conserv Arte, a offrire servizi di valorizzazione e didattica ai musei quali il Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra e i Musei Civici di Treviso.
Contatti: info@conservarte.it

About Movimento etico culturale Tarvisium Gioiosa
Tarvisium Gioiosa, Movimento etico culturale per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale ed immateriale, viene fondato nel 2014 da Nicoletta Biondo. Nasce dall’esigenza di dare valore al patrimonio culturale che troppe volte viene dimenticato o calpestato, in un mondo che viaggia veloce e perde fette di storia o tesori immensi. Con spirito positivo, ereditato da grandi personaggi del passato (nel locale la Famiglia Botter, Luigi Bailo, Coletti ecc.) e la tenacia di appassionati e professionisti del settore, il Movimento unisce persone sensibili e volenterose.

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