Da oggi si può visitare, negli spazi da poco ristrutturati del Museo Bailo, la mostra “Canova gloria trevigiana”. Un’esposizione, curata dal direttore del Museo Fabrizio Malachin insieme ai professori Nico Stringa e Giuseppe Pavanello, voluta con vivo entusiasmo dall’amministrazione di Treviso, che promette di essere un trampolino di lancio per il turismo nella Marca dopo la crisi dovuta alla pandemia di Covid-19. La mostra, che sarà possibile visitare fino al 25 settembre, si sviluppa in un ricco itinerario di 150 opere che attraversa la vita e i ricordi del grande artista.
Antonio Canova, scultore di fama europea già quando era in vita, fu attivo tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, in un periodo in cui il Barocco aveva ceduto lo spazio alla “nobile semplicità” dell’arte Neoclassica, mentre già ci si affacciava ai primi sentimenti del Romantico.
Nato a Possagno nel 1757, morì a Venezia nel 1822. Un anno dopo, l’Ateneo Trevigiano commissionò un busto a Luigi Zandomeneghi e un componimento musicale al grande maestro Gioacchino Rossini. In questi due secoli la fama di Canova ha subito alterne vicende, per venire consolidata una volta per tutte nel 1957, quando Luigi Coletti gli dedicò una grande mostra monografica. Si ricordava allora il secondo centenario della sua nascita.
Quest’anno, in cui ricorrono i due secoli dalla sua scomparsa, l’esposizione “Canova gloria trevigiana” è un’occasione per mostrare alla cittadinanza e ai visitatori il grande numero di opere, dipinti, busti, manoscritti in possesso dei Musei Civici e delle Biblioteche di Treviso. Ecco allora un corpus di trentadue lettere inedite, in cui l’artista dialoga con amici e aristocratici di tutta Europa, due grandi volumi con ottantasei incisioni di sculture canoviane viste da diversi punti di vista, una serie di medaglie, accanto al calco della mano e alla maschera funeraria dell’artista. Andando avanti, si possono ammirare alcuni bassorilievi di soggetto greco in prestito dal patrimonio del Gruppo Generali, i gessi originali di Amore e Psiche stanti e una suggestiva rappresentazione di Endimione dormiente, esposto da solo nella penombra di una sala.
A questi reperti si accompagnano le monumentali statue dell’Apollo del Belvedere e del Perseo trionfante che accolgono il visitatore all’ingresso del museo, simboli di quell’arte classica che ispirò Canova. Il confronto tra l’antico e la modernità dell’architettura è suggestivo: la luce solare che scende verticalmente illumina di una nuova luminosità le sculture, suscitando lo stupore di chi entra.
La mostra si tiene negli spazi appena ristrutturati del Museo Bailo. Alle opere del Novecento di Gino Rossi e Arturo Martini già esposte, si aggiunge da oggi la galleria del XIX secolo, in cui si ammirano le tele di Francesco Hayez e i ritratti di Andrea Appiani, collezionati dalla nobildonna Margherita Grimaldi Prati e donati al comune di Treviso nel 1851. I capolavori di soggetto storico come la scena romana di Ippolito Caffi convivono con le vedute spettacolari della Laguna di Venezia dipinte da Luigi Quarena.
In una sala vicina è esibita una selezione di 30 scatti a grande formato di Fabio Zonta che raffigurano altrettante opere di Canova, per dare corpo a una “mostra nella mostra”. Una monografia fotografica, quasi una personale riedizione delle sculture canoviane, comunque intesa a evidenziare la loro bellezza semplice eppure così affascinante.
“Il nuovo corso del Museo Bailo non poteva che passare attraverso la celebrazione del genio trevigiano per eccellenza: Antonio Canova, che nel mondo è sinonimo di armonia e di bellezza.” Così il sindaco di Treviso Mario Conte, che sottolinea quanto l’esposizione sia importante nel processo di ripartenza e di rinascita del turismo, di valorizzazione non solo della città ma di tutto il territorio della Marca. La nostra città si colloca geograficamente a metà strada tra Possagno, paese di nascita di Canova, e Venezia, città in cui da ragazzo ha mosso i primi passi da artista.
L’assessore ai beni culturali Lavinia Colonna Preti ha ringraziato il direttore Fabrizio Malachin che è riuscito “a regalare alla città una mostra di grande qualità, originalità e alto valore scientifico.” Il Sindaco ha infine sottolineato l’importanza del sostegno dato da Gruppo Generali e dal Consorzio Tutela Prosecco Doc, sia come sponsor che come membri di una partnership che possa ridare a Treviso la posizione che le compete come città d’arte e centro culturale di tutto rispetto.
Articolo e foto di Davide Velati
Per informazioni:
Museo Luigi Bailo
info@museicivicitreviso.it
0422 658964
Orari:
da martedì a domenica 10 – 18
Biglietti:
Intero 9 €
Ridotto 6 €
Combinato Museo Santa Caterina 13 €
Combinato ridotto 9 €
Il biglietto della mostra “Canova gloria trevigiana” consente l’accesso ridotto al Museo Gypsoteca Antonio Canova di Possagno e ai Musei Civici di Bassano del Grappa.